Le microinteraction ovvero le microinterazioni possono essere una grande opportunità per aumentare le conversioni di un ecommerce. Il motivo è sempre lo stesso: tutto ciò che garantisce una migliore esperienza per l’utente può portare al successo del proprio business. Con le microinteraction tutto sembra scorrere in modo ancora più liscio, scopriamo perchè.
Che cosa sono queste microinteraction?
Le microinteraction sono piccoli momenti dedicati ad altrettanti piccoli singoli compiti. Le microinterazioni danno all’utente un semplice, efficace ma soprattutto immediato feedback rendendo l’interfaccia, e quindi l’interazione più naturale. La forza delle microinteraction sta proprio qui: nell’abilità di rendere meno macchina e più umana l’UI.
Avete ancora le idee poco chiare? Vi svelo alcuni esempi di insospettabili microinteractions presentissime nell’uso quotidiano che facciamo del web, da desktop e mobile:
- Il bottone di una call to action che cambia stato passandoci sopra ma soprattutto cliccandoci sopra: niente da più soddisfazione all’utente dello scatenare qualcosa (in questo caso il cambio di una pagina web, l’aggiunta di un prodotto al carrello, la conclusione di un acquisto, ecc.) spingendo un pulsante.
- Il pull to refresh, ovvero trascinare il layout di un’app per aggiornarla, come ad esempio la app per la email.
- Il feedback di aggiunta di un prodotto al carrello di un e-commerce.
- L’auto-completamento e l’auto-suggerimento nella search box.
Le microinteraction sono ovunque, sono quelle interazioni che agli occhi dell’utente possono sembrare naturali, ma in realtà sono state finemente progettate dagli user experience e user interaction designer in modo che questi possano avere un feedback repentino e immediato su quello che stanno facendo. L’apparente naturalezza delle microinteraction in realtà viene tradita proprio quando c’è qualcosa che non funziona, quando non avviene la reazione che l’utente si aspetta. Una volta tradite le sue aspettative, l’utente si accorge della mancanza di qualcosa e si spazientisce. Per questo un principio da seguire nella progettazione delle microinteraction è il rispetto degli standard e dei pattern comuni di usabilità, in modo da non destabilizzare l’utente e fargli percepire l’artefatto.
In questo caso i dettagli più piccoli, fanno la differenza più grande. Le microinteraction nell’interfaccia svolgono principalmente tre funzioni:
- Dare il feedback relativo ad un’azione compiuta, sia negativo che positivo, basta che sia comunicato all’utente;
- Informare l’utente circa lo stato del sistema, mettendo in pratica proprio una delle 10 euristiche di Nielsen dell’usabilità.
- Aiutare gli utenti a prevenire gli errori e i risultati delle azioni.
Le microinteraction aiutano un ecommerce perchè migliorano la user experience visto che:
- permettono riconoscimento da parte dell’utente che l’azione compiuta è andata a buon fine, come la conferma dell’aggiunta al carrello di un prodotto;
- informano l’utente circa lo stato del sistema mostrando il progresso nella procedura d’acquisto su un ecommerce, ovvero gli step necessari o mancanti per concludere l’ordine;
La progettazione di buone microinterazioni, e successivamente di una buona UX, avviene in un’ottica di progettazione che mette l’utente al centro, in cui si tiene conto dei suoi bisogni, dei suoi comportamenti e dell’uso che fa di un dispositivo: in questo modo è possibile progettare microinterazioni naturali.
In conclusione i segreti per creare microinteraction di successo sono tre:
- Il design delle microinteraction deve essere semplice e in linea con gli ultimi web design trend;
- Le microinterazioni funzionano soprattutto su azioni ripetitive e frequentemente utilizzate, attenzione a non annoiare con animazioni troppo strutturate. Pensate alle microinteraction in un’ottica a lungo termine.
- Le microinteraction non devono sconvolgere l’utente, rischiando di distrarlo dal processo di acquisto piuttosto che accompagnandolo come se fosse un flusso continuo, senza ostacoli.