La sfida di oggi è conquistare ogni visitatore del nostro sito web per trasformarlo in cliente. Un compito sempre più arduo che sta passando a figure professionali diverse dal solito, ovvero agli user experience designer. La ux infatti oggi può essere il vero fattore distintivo rispetto ai competitors. Scopriamo tre modus operandi in cui seo e ux possono collaborare per farlo.
Il web evolve insieme agli utenti: insieme alle tecnologie, gli utenti diventano più “esperti” e più esigenti. Da parte nostra, ovviamente, dobbiamo cavalcare l’onda e agire di conseguenza. Abbiamo già visto come seo e ux possono unirsi per migliorare le performance di un e-commerce, in nome dell’efficienza, dell’efficacia e della soddisfazione: in nome dell’usabilità. Ricollegandosi sempre al rapporto tra seo e ux, secondo voi, esiste una ux più soddisfacente di quella offerta da Google? Dubito. Tutto ciò conferma ancora una vola come le due discipline siano davvero indivisibili. Per conquistare gli utenti occorre quindi pensare in una logica Google Oriented, Google Friendly ma soprattutto User friendly.
Pensare in modo Google Oriented
La ux di Google è efficace, efficiente e soddisfacente, oltre che ad essere semplicissima. Focalizzata su un unico compito, ovvero inserire una parola chiave per effettuare una ricerca, Google trova sempre un risultato per l’utente, a sua detta, il migliore. Obiettivo di Google sembrerebbe quindi soddisfare l’utente sempre, anche quando non riesce a mostrarci quello che stavamo cercando. Così dovrebbe essere anche all’interno di ogni e-commerce:
- “Forse stavi cercando…” La pagina dei risultati della ricerca interna di un e-commerce dovrebbe suggerire “vie di fuga” proprio come fa Google: dai consigli dell’autocompletamento alla correzione degli errori ortografici.
- La pagina notte fonda, ovvero la pagina 404 (not found), come il punto precedente, può essere utile perchè offre un modo per far continuare all’utente la navigazione sul nostro e-commerce e non su quello del competior, un po’ come fa Google quando ci mostra risultati non proprio corrispondenti alle nostre chiavi di ricerca. Ricordate, la ux abolisce la frase “Nessun risultato/pagina trovato/a”.
Pensare in modo Google Friendly
Seo e Ux sono sempre più vicine, soprattutto ora che i riflettori sono puntati proprio sull’esperienza dell’utente. Complice l’avvento del mobile, complice la necessità di semplificare e minimizzare la fruizione dei contenuti sul web, in modo da renderli più navigabili e fruibili non solo in device diversi, ma in contesti mobili e pieni di distrazioni. La ux sembra essere il punto fermo, l’ancora di salvezza:
- per l’utente, che può fluidamente naufragare in un sito da device diversi senza incontrare scogli,
- per il brand, che può davvero differenziarsi e offrire qualcosa in più rispetto ai competitors.
Pensare come l’utente
Last but not the least, per dare un’ottima esperienza ad un utente, bisogna pensare come e all’utente stesso. Confucio diceva “Ciò che non vuoi che sia fatto a te, non farlo agli altri” per questo prima da utenti del web e poi da professionisti dovremmo pensare a che cosa rende usabile un e-commerce, quali invece sono le cose che non ci convincono: mettersi nei panni dell’utente, è la vera soluzione. Arrivati a questo punto, non ci resta che analizzare davvero il nostro target:
- con i dati interni, ovvero provenienti dai dati di accesso del sito web, delle vendite o dei social network, analizzando il pubblico via via in modo più approfondito: misurare il tempo di permanenza sulle pagine, il numero medio di pagine visualizzate, dove perdiamo l’utente.
- con dati esterni, ovvero con ricerche di mercato, ma anche interviste, focus group e soprattutto test con gli utenti, proprio per rendersi conto di quali siano i problemi sul nostro sito web o e-commerce da risolvere subito per migliorare le performance.