Questo è uno dei grandi dilemmi di chi gestisce un diario personale o aziendale: qual è la frequenza di pubblicazione del blog? Vuoi creare tanti articoli, magari non molto approfonditi, o lavorare solo sulla qualità? L’ideale sarebbe trovare il miglior risultato tra questi due elementi: scrivere tanto e bene.
Ma questo è un sogno che non si realizzerà. Soprattutto se gestisci un blog personale o un piccolo progetto aziendale. Solo le grandi redazioni possono permettersi ritmi elevati senza perdere di vista la qualità. Quindi, nella maggior parte dei casi, si manifesta il problema già evidenziato.
Meglio scrivere tanti articoli, ognuno dedicato a un tema specifico, o puntare sulla qualità e scrivere meno? Magari lavorando su pillar article capaci di diventare un punto di riferimento per intercettare una determinata query e innescare il processo di inbound marketing? Ecco i rispettivi vantaggi.
Perché scrivere tanti articoli
All’inizio della tua avventura nel mondo del blogging devi farti conoscere, devi creare un pubblico legato ai tuoi aggiornamenti e alla tua attività editoriale. Quindi devi conquistare quella parte di audience che potrebbe interessarti. E che ancora non ti conosce. Ora la frequenza degli aggiornamenti è decisiva.
Conviene fare uno sforzo superiore, sei nel punto più delicato della tua attività. Dovresti mantenere un ritmo elevato, pur tutelando la qualità dei contenuti. Nel momento in cui vuoi e devi farti conoscere è decisivo avere una massa di contenuti facili da navigare che le persone possono trovare nel momento in cui arrivano sul blog. Quindi l’organizzazione delle tassonomie è decisiva.
Qual è il ritmo giusto in questi casi? Chiaramente non esiste una valutazione netta, ma la mia esperienza suggerisce questo: 3 articoli a settimana sono il punto di partenza per creare una buona base.
Puoi scrivere di più, per molto tempo io ho rispettato il ritmo di 5 articoli a settimana: una buona frequenza di pubblicazione del blog. Non è facile da mantenere questa media, soprattutto se vuoi salire di livello e spostarti verso obiettivi differenti che vanno oltre quelli tipici del primo anno di vita.
Da leggere: 4 consigli per rispettare il tuo calendario editoriale
Meglio pochi ma buoni?
Questa è la visione che molti blogger propongono per il proprio progetto editoriale: meglio pubblicare pochi articoli, magari uno o due a settimana, e seguire una qualità superiore. Questo vuol dire scrivere vere e proprie guide capaci di affrontare un problema da diversi punti di vista, e creare i famosi articoli-pilastro capaci di intercettare una più intenzioni di ricerca. Proprio come ho fatto con diversi articoli.
Lavorando bene sul testo, sfruttando tutte le tecniche per il lavoro di SEO copywriting, puoi intercettare diverse sfumature di un intento di ricerca e dare la risposta migliore a chi ha bisogno di determinate.
In questo modo ogni articolo diventa fonte di traffico per diverse query e la qualità del blog aumenta. Lo stesso vale per il traffico di qualità e per tutto ciò che riguarda il tuo lavoro di inbound marketing.
Per ottenere questo risultato però ci vuole tempo. Non puoi mantenere il ritmo appena descritto sopra e scrivere ogni volta articoli del genere. Il primo motivo è relativo: non sempre hai le risorse per affrontare un lavoro del genere. Il secondo, invece, è strutturale: spesso i blog esauriscono gli argomenti, soprattutto se sono verticali. Quindi molto specifici. Se ti occupi di web marketing hai vita facile, ma se vuoi concentrarti sulla SEO per ristoranti puoi avere qualche difficoltà.
Appunti sulla gestione del calendario editoriale
Ora pensa allo schema iniziale: 3 articoli a settimana, contenuti utili ma non decisivi. Un calendario editoriale così intenso può essere gestito solo per un certo periodo di tempo e se non hai particolari esigenze in termini qualitativi. Ma sai cosa? La mia esperienza personale mi suggerisce che quest’ultimo punto è il vero fil rouge che unisce tutti i risultati degni di nota. E non sempre è possibile rispettare questo punto con un ritmo alto.
D’altro canto puoi pubblicare 1 post a settimana, magari 3 al mese, per lavorare su un concetto diverso: la qualità. Ogni articolo diventa un faro nella notte. Ed è un buon punto di vista, ma la mia domanda è questa: serve tutto questo? Il tuo pubblico ha bisogno solo di contenuti biblici?
Forse no. Forse devi riprendere come riferimento la tradizione giornalistica. Cosa è un blog se non un surrogato del magazine? E ti faccio un’altra domanda: cosa trovi in questi formati già verificati? Tanti formati differenti. C’è l’articolo di approfondimento, c’è il reportage fotografico, c’è l’articolo frivolo e c’è la news che occupa uno spazio minimo. Perché non prendere spunto da questo modello?
La varietà è la risposta (forse)
Il calendario editoriale del tuo blog può seguire un percorso indicato in questa grafica. Chiaro, non hai una redazione e non puoi dare grande volume al blog. Però prova ad articolare le pubblicazioni, a lavorare su flussi e alternanze. C’è il cornerstone content che affronta un argomento base, una definizione che tutti cercano e che tu vuoi definire con una chiarezza nuova. Poi c’è il pillar article che approfondisce.
E poi ci sono gli articoli. Che possono affrontare temi meno impegnativi, delle sfumature, delle notizie. Magari puoi usare questi contenuti per esprimere la tua opinione, il tuo punto di vista. Un blog aziendale non deve scrivere solo per posizionarsi ma anche e soprattutto per esprimere la propria essenza, per mostrare la propria identità e costruire il brand. Devi essere riconoscibile senza indugi.
Per ottenere questo risultato non sempre sono sufficienti i famosi contenuti di qualità. O meglio, è il concetto stesso di qualità a diventare fluido e adattabile a diversi obiettivi. Il posizionamento è uno di questi, ma la community ha bisogno d’altro. Ha bisogno della tua identità.
La tua frequenza di pubblicazione del blog
Hai letto il mio pensiero rispetto alla frequenza di pubblicazione del blog? Bene, è un’opinione personale basata su un’esperienza sul campo che metto in pratica ogni giorno. E posso dire che i risultati sono evidenti. Però voglio lasciare spazio al tuo punto di vista e alla tua attività di blogger: tu quanti articoli pubblichi a settimana? Punti sulla qualità o lavori sulla qualità? Ti aspetto nei commenti.