Quali sono gli elementi che fanno la differenza negli articoli del blog aziendale? Ce ne sono diversi, difficile fare una lista senza analizzare le fondamenta del progetto online. Come puoi arrivare a una singola conclusione se non ha ben chiaro il tuo intento? Lo dico subito: devi avere una visione ampia.
La differenza è data dalla capacità di un post di essere parte attiva di un progetto più ampio di inbound marketing. Questo non è solo un perno decisivo della strategia, ma una vera condizione essenziale.
Se l’articolo viene scritto solo per riempire lo spazio sul calendario editoriale forse stai perdendo tempo e soldi. Se invece rientra in un progetto più ampio, e ben definito, hai intrapreso la strada giusta.
Certo, devi avere altre virtù al tuo fianco. Ad esempio devi saper attendere e non puoi pretendere che nell’arco di 6 mesi ci siano delle rivoluzioni. Attraverso Facebook Advertising è possibile? Con Google Adwords hai fatto la differenza? Certo, sono dei canali pubblicitari. Con il blog scali la serp attraverso metodi organici e i famosi contenuti di qualità. Ma quali sono gli elementi che fanno la differenza?
Da leggere: ottimizzazioni SEO semplici ed efficaci
La scelta del topic da esplorare
La prima differenza che puoi fare nella scrittura e messa online di un articolo: abbandonare l’idea di seguire una singola keyword e capire l’importanza delle intenzioni di ricerca che si nascondono dietro a una query. WordPress SEO by Yoast ti chiede ancora di inserire la main keyword, e tu puoi sfruttarla per avere un riferimento di base. Io lo faccio, ma non mi lascio ingannare.
Ottimizzare un articolo per una keyword è poco fruttuoso. Il tuo compito? Capire cosa si nasconde intorno a quella ricerca, a quell’esigenza. E arricchire l’articolo con correlazioni che dovrebbero essere utili a chi si occupa di quell’argomento. Superfluo dire che alla base di ogni articolo ci dovrebbe essere una keyword research con strumenti tipo Answer The Public e Ubersuggest.
Titoli, H1 e tag title del post
C’è grande importanza intorno a headline e tag title. Nonostante questo è ancora difficile trovare una buona attenzione intorno a questo esempio di micro-copywriting. Il tag title deve essere capolavoro di ottimizzazione SEO e rispettare alcune regole di base: eliminare parole fuorvianti, inserire la keyword più importante, preferire se possibile la prominenza inserendo la parola chiave all’inizio.
Tutto questo serve, ma non è un vincolo. Si è visto che Big G posiziona in prima pagina, e nelle prime posizioni, dei risultati che non hanno una corrispondenza della query nel title. A volte non hanno neanche la keyword, sono casi rari ma ciò avviene perché Google guarda oltre la semplicità del gesto.
Tutti sanno inserire la parola chiave nel tag title, pochi riescono a creare un contenuto degno di nota. Corredato da un titolo capace di unire ottimizzazione SEO, informazione e persuasione. Questa è la combinazione decisiva per tag title e H1. Per approfondire puoi leggere questi articoli di Seochef:
- Titolo persuasivo o informativo: quale scegliere?
- 5 test che puoi fare con le headline dei post
- 6 modelli di headline (veramente) efficaci
Attenzione ai vari header della pagina
Non esiste solo l’H1 in una pagina web. Ci sono diverse soluzioni che puoi usare all’interno di un documento per tutelare un bene prezioso come pochi. Sto parlando della leggibilità, un valore che spesso viene ignorato a favore di altri progetti. Puoi fare tutta l’ottimizzazione SEO on-page di questo mondo, ma se le persone non trovano un tessuto testuale adeguato ai ritmi di lettura attuali avrai ben pochi risultati da mostrare. Questo è uno degli elementi che fanno la differenza negli articoli.
Chiaro, la leggibilità deve essere tutelata sotto diversi punti di vista. A cominciare dalla divisione del testo in paragrafi continuando verso la formattazione e l’inserimento del grassetto. Senza dimenticare l’allineamento a bandiera che sostituisce il giustificato. Ma il sistema di heading – i vari H2 e H3 per intenderci – comunica al lettore e a Google quali sono i temi essenziali del documento.
E se aggiungi un Table of Content il processo è completo: puoi comunicare subito alla tua audience cosa hai affrontato nel post e permetti di raggiungere sezioni specifiche, senza perdere tempo. Ti assicuro che questo è un valore in un mondo in cui la lettura è sempre più veloce e dipendente dal mobile.
Scegli le immagini migliori
La scelta delle immagini è imprescindibile per portare i post a un livello superiore. Ogni articolo ha un visual di apertura, per dare il benvenuto. Poi si possono aggiungere altri contenuti visual per fare in modo che ci sia completezza, e che il lavoro sia ancora più comprensibile. Questo significa:
- Evitare immagini inutili.
- Approfondire il tema.
- Creare qualcosa di nuovo.
Ci accontentiamo di immagini stock prese dai siti web che distribuiscono foto Creative Commons, magari con licenza Zero che ti consente di usare ciò che hai preso come preferisci. Una buona risorsa, questo è vero. Però non dai nulla di più. Una soluzione del genere funziona fino a un certo punto, ma per fare un buon lavoro di content marketing devi essere disposto a investire e ad andare oltre.
Pensa alle infografiche, alle raccolte di dati, alle sintesi visuali che danno la possibilità al singolo di intuire in un sol colpo d’occhio cosa è giusto e cosa no. E quali sono le differenze tra due poli opposti.
L’ottimizzazione SEO delle immagini è un fulcro importante, lo stesso vale per le attività che riducono il peso di un upload. Ma pensa soprattutto a dare qualcosa di nuovo attraverso le immagini, non solo a completare il compito assegnato dai manuali di blogging e dalle guide introduttive che hai letto.
Non dimenticare i link interni
Quante volte ho visto ottimi progetti di blogging (aziendale o meno) che non hanno avuto la forza, il coraggio e la lungimiranza di ottimizzare i link interni del progetto. La presenza di una buona attività di link earning verso siti web esterni è decisiva in tutti i contesti, soprattutto quelli molto competitivi, ma puoi fare molto ottimizzando i collegamenti che partono dalle tue pagine. Verso altre risorse che rispondono al dominio. Il motivo è semplice: in questo modo fai capire a Google cosa è importante per te.
Per approfondire: come creare un pubblico per il blog
Gli elementi che fanno la differenza negli articoli?
La mia scelta è tutta qui. I passaggi che possono dare qualcosa in più, gli step che portano benefici agli articoli, sono in quest’articolo. Io seguo ogni giorno queste informazioni per avere un riferimento chiaro. E per dare ai lettori qualcosa in più, non un semplice aggiornamento. Sei d’accordo con la mia scelta? Se hai qualche consiglio in più lascialo nei commenti, affrontiamo insieme questo tema.