Fare SEO sta diventando sempre più difficile? Ad ogni annuncio di Matt Cutts, migliaia di professionisti di settore tremano come budini di fronte a ciò che potrebbe essere la prossima mattanza delle SERP. In realtà la situazione non è così drammatica: una delle strade percorribili, in presenza di tempo e budget adeguati, è quella di creare un brand che aiuta la SEO.
Ci sono infatti almeno 5 vantaggi nell’allacciare l’ottimizzazione sui motori di ricerca in un’ottica più elevata di brand building e marketing.
5 vantaggi del brand per la SEO
1. L’inaffondabilità: si è vero, giusto qualche giorno fa Expedia ha perso il 25% del traffico organico a causa di link innaturali e tutti si ricordano il caso di Interflora sparito dalle SERP. Migliaia di dollari di danno ma quanto tempo ci hanno messo/metteranno per risalire la china? Meno della metà di un sito figlio di un “dio minore”.
Intendiamoci, non c’è nessun complottismo dietro questa frase: semplicemente può Google fare sparire un nome forte (si, un brand) dalle sue SERP? Gli utenti andrebbero a cercarlo da un concorrente (ovvero Bing). Ho fatto l’esempio di due grossi business ma non c’è bisogno di arrivare a quei livelli.
Basta essere riconosciuti come fonte autorevole del proprio settore per iniziare a mettere le basi per un piccolo brand che, forte del suo storico, può passare sopra ogni tempesta generata da un nuovo aggiornamento algoritmico con maggiore …scioglievolezza.
2. L’onnipresenza: aggiungerei spontanea. Un brand non ha bisogno di Link Building per la SEO. Ma è in modalità Link Earning ovvero attira naturalmente backlink dall’esterno, la condizione ideale e il sogno voluttuoso come il cioccolato di ogni professionista del settore.
Un lavoro di questo tipo però è un marketing mix di qualità che nemmeno la più fresca delle macedonie: SEO, Social, Blogging, DEM, PPC.
Vero è che, come abbiamo visto nel post sulla complementarietà SEO e Social, che i vari canali del Web Marketing non concorrono direttamente al posizionamento organico ma lo fanno indirettamente, poiché un utente intercettato sulla fanpage o su una DEM potrebbe scrivere e linkare del brand stesso. Oh, e se si tratta di un brand è molto più facile.
3. L’onnipresenza che conta: postilla al punto precedente. Se sei/diventi un brand non sono più soltanto i semplici utenti a citarti, linkarti, seguirti ma anche gli influencer del tuo settore di riferimento e sai meglio di me che ricevere un backlink autorevole è più dolce che naufragare in un mare di panna montata.
Gli influencer però sono molto più esclusivi degli utenti “normali”: dato il loro status è difficile, ma anche normale, che diano un link o citino a caso. Coinvolgerli naturalmente alla costruzione del tuo brand è forse una delle carte più vincenti che puoi giocare.
4. Essere riconosciuti come fonte di valore: un sito brandizzato è facilmente riconosciuto come fonte di valore sia dagli utenti che dai motori di ricerca, se a torto o a ragione non vi è oggettività. Sei un brand e automaticamente si fidano di te, una grossa responsabilità ma anche un enorme vantaggio.
Qualsiasi cosa pubblichi viene presa in considerazione da Google molto più di un sito senza valore. Ma tutto passa da un concetto: il problem solving. Creare contenuti che risolvono problemi, che soddisfano esigenze è la forza e al contempo il segreto di un brand. I più famosi riescono anche a creare nuove esigenze che solo loro sono in grado di risolvere, pensa te.
5. Essere commerciali: un sito di brand è un sito che ha imparato a ragionare in modo commerciale, non solo nel senso “economico” della questione ma anche di posizionamento sui motori di ricerca; come posso cioè intercettare le esigenze della mia audience? Con che parole chiave potrebbero cercarmi? Come potrei rispondere a questa loro query (richiesta nel senso letterale del termine)? Questa è la base di un’analisi SEO e il primo passo per capire come “diventare grandi” e crescere come brand. Ed essere più vendibili.
Secondo te quali sono i vantaggi del brand lato SEO?