Il content marketing risponde a una esigenza: intercettare la richiesta di maggiori informazioni su un prodotto da parte di un potenziale cliente e una buona strategia di marketing dei contenuti non può distaccarsi dalla redazione di materiale che sia “di qualità” (ci torniamo dopo sul significato).
Perpetrato in primo luogo da Google tramite bocca del suo Matt Cutts e ripetuto come mantra da almeno due anni a questa parte (vd. trends sotto), è intorno a questo concetto che parrebbe ruotare il content marketing italiano.
Da notare come di content marketing si inizi a parlare poco dopo il lancio di Penguin, il filtro di Google che ha colpito i siti considerati di bassa qualità a partire dall’ottimizzazione esterna, la cara e vecchia Link Building.
Cos’è che fa allora il SEO scafato? Si butta a pesce in questa nuova “avventura”, riempiendosi la bocca di questo nuovo (?) e delizioso termine come se fossero dolci prugne per spurgarsi della cattiva reputazione di spammatore di link.
I risultati? Kafkiani: dal confondere il content marketing con la nuova SEO all’insistere nel perpetrare la diffusione dei contenuti sui social come influente per l’ottimizzazione sui motori di ricerca.
Content Marketing e la soddisfazione dell’utente
Personalmente credo che un buona strategia di produzione di materiale aka content marketing non possa trascendere dalla mia idea di SEO (Satisfaction Engine Optimization). Semplicemente perché è l’orientamento che sento sia più funzionale per i miei contenuti.
- Contenuti utili che diano una risposta al bisogno intercettato dell’utente;
- Contenuti di qualità che diano una risposta ESAUSTIVA al bisogno intercettato dell’utente.
C’è una lieve sfumatura fra qualità e utilità: un contenuto di qualità potrebbe essere benissimo quello dello chef pluristellato che descrive come fare alla perfezione un soufflè, ma se non lo spiega come farebbe una Benedetta Parodi, rimane un contenuto di altissima qualità ma poco utile per me che so a malapena fare la pasta con il tonno.
Quindi?
Content Marketing utile
Sarà la natura pratica e talvolta spiccia del nostro mestiere ma personalmente tendo a non considerare “qualitativo” un contenuto poco utile.
Si è parlato di strategia di content marketing e allora devo orientare tutta la mia campagna a un target ben preciso di utente per produrre materiale che risponda alle sue esigenze: potrà essere visto limitante dai plurilaureati in lettere, ma in tempi di budget e tempistiche sempre più risicate e pretese più elevate, bisogna andare presto al cuore della questione: la soddisfazione del bisogno.
I contenuti poi si possono abbellire e guarnire come meglio crediamo, sempre orientandoli al loro scopo finale: se mi ritrovo a vendere un nuovo set di pentole online; una strategia di content marketing può vertere nel pubblicare online recensioni, immagini, test sui fornelli (content è tutto, non solo gli articoli testuali) effettuati dallo chef pluristellato di cui sopra, ma con un registro finalmente consono.
Le aziende italiane stanno virando tantissimo su questo format e non solo nell’online marketing: fai caso ai vari talent culinari pieni di volti ormai familiari e prodotti pubblicizzati inserendolo in un contesto considerato di ottima qualità (data la competizione del talent) ma raggiungibile da tutti (i concorrenti sono gente comune).
Non è SOLO content marketing ovviamente, così come la SEO non è SOLO content marketing ma non c’è dietro una strategia di contenuti proposti all’interno di un format? A mio parere, certo che si: nelle azioni di promozione e marketing non dovrebbe essere lasciato nulla al caso e tutto studiato a dovere, a livello di teoria del complotto quasi!
Content Marketing: solo una moda?
Non credo che il content marketing sia semplicemente la moda del momento fra gli addetti ai lavori, così come non lo sono stati il blogging e il social media marketing.
Certo, siamo ancora nella fase dell’euforia contenutistica ma con il tempo verrà fuori la professionalità vera di chi sta lavorando bene con i contenuti, in mezzo a questo sfrigolare e ribollire in pentola perenne che è il settore italiano del marketing.