La websfera dei marketer e SEO italiani è, da un po’ di mesi a questa parte, un calderone ribollente di articoli e post dedicati a questa o a quella strategia per ottenere link in modo naturale.
Una ratatouille di contenuti che, da Penguin in poi, ha diviso gli esperti di settore un po’ come in cucina da sempre divide il quesito “il sale va messo prima o dopo che l’acqua incomincia a bollire?”
Prendi questo post come un panino da finire in cinque morsi, una piccola carrellata che riunisce gli ingredienti più o meno comuni per ottenere link naturali, utili per farsi venire maggiore appetito, come se la fame di link non fosse mai doma.
5 metodi più o meno conosciuti per ottenere link in modo naturale
1. Produrre contenuti utili
Il must all’inizio, per voracità raramente lascio il “meglio” per ultimo. La creazione di contenuti utili che soddisfino un bisogno ben preciso da parte di una fetta di utenti è il metodo più banale, e al tempo stesso più difficile, per ottenere link naturali.
Ricordati che il motore di ricerca è un “motore di ricerca.. di bisogni”. Bisogna rispondere a una esigenza ben specifica per intercettare le visite organiche più succulente, oltre che essere premiato con una citazione, un collegamento, insomma un link.
Ho operato in casi dove blog di settore campavano su 5-6 post-pilastri ottimamente confezionati e quindi posizionati, sia in virtù dei link naturali guadagnati sia dell’effettivo valore di quel contenuto rispetto a quelli già presenti a risposta di quella domande specifica. Si, posizionati anche meglio di articoli presenti su siti solitamente in trust.
2. Produrre contenuti divertenti
Sebbene la creazione di contenuti divertenti sia più legata a una sfera social, anche la SEO può beneficiarne.
A tutti piace essere intrattenuti e sebbene le modalità di diffusione di questi articoli sia fortemente orientata tramite i canali sociali (che, ripeto, non hanno valenza sul posizionamento organico.. almeno per ora); sia mai che qualche utente goloso di risate non decida di premiarti sul suo blog dedicato al divertissement.
Mi è capitato di posizionare, tempo fa, un sito che trattava storielle da creepy pasta (non quella che si scuoce, ma le storielle paurose). Un piccolo mondo a parte fortemente interconnesso se le tue storie fanno davvero, ma davvero, paura e quindi intrattengono quel particolare tipo di utente.
3. Produrre contenuti controversi
Uno dei miei punti preferiti, devo dire. La redazione di contenuti controversi, che creano flame e viaggiano sul sottile filo del rasoio in virtù della loro forte carica “divisoria” è sempre stuzzicante.
Penso a un vecchio sito di stampo esageratamente religioso (studiato a tavolino) che attirava una marea di utenza pro ma soprattutto contro e presentava un modello di business fortemente incentrato sul numero di visualizzazione dei contenuti (impression).
Il portale aveva poi un numero impressionante di citazioni e collegamenti, anche di un certo livello.
4. Scrivere guest post davvero utili
Nonostante le cassandre, o per meglio dire le cassate poco dolci di Matt Cutts e di chi ha interpretato in modo un po’ troppo fondamentalista le parole del maitre cuisinier dei SEO di mezzo mondo, scrivere e offrire dei guest post davvero utili – se fatto in modo naturale e che effettivamente è in linea con il punto 1, funziona molto bene.
Basta basarsi su un assunto molto di marketing, prima che di ottimizzazione: raggiungere una platea che prima non ti conosceva e che adesso può vederti come un punto di riferimento per risolvere un suo problema.
5. Commentare in modo costruttivo
Il comment marketing è una strategia di cui Riccardo Esposito è un alfiere, e devo dire di trovarmi in linea con lui. Far circolare il proprio nome, offrire la propria visione a una problematica sollevata su altri spazi nel web, farsi portatore di un link del proprio sito, se va oltre il banalissimo “ehi, bel post!” è un buon metodo per recuperare dei link naturali.
Si, molti blog hanno il nofollow, e allora? Non è il valore dei singolo collegamento che conta ma l’autorevolezza che si trasmette anche come autore.
E tu cosa ne pensi di questo piccolo panino di SEO? Troppo duro oppure troppo leggero da mandare giù?