Devi essere naturale. Devi parlare alle persone della tua nicchia con naturalezza, senza filtri e senza forzature. Attenzione, non è l’unica regola ma la prima. Quella che, a mio avviso, rappresenta la base di partenza per qualsiasi azione social.

Ti sembra troppo facile, vero? In realtà (come ho già detto) questo è solo il punto di partenza. Intorno a una buona azione social ci sono tanti dettagli da valutare e da organizzare. C’è bisogno di un’attenta riflessione sugli obiettivi, sul core business, sulle risorse da mettere in campo.

social

E poi c’è il tone of voice. Come vuoi relazionarti con i tuoi lettori, con i fan e con i follower? In prima persona? Vuoi dare del tu e accorciare le distanze parlando a un singolo lettore o vuoi utilizzare la formula meno personale del voi? Queste sono scelte da prendere insieme a chi conosce bene l’azienda o il brand che stai curando.

Stesso discorso vale per i contenuti visual e testuali. Fondere questi elementi (le parole scritte e le immagini) vuol dire attirare l’attenzione di chi legge il tuo blog, di chi sfoglia i tuoi tweet e si ritrova nella bacheca i tuoi post di Facebook o di Google Plus. Ma alla base di tutto questo, e alle tue capacità di copy e di grafico, c’è sempre lo stesso principio: la naturalezza.

Comunicare in modo naturale e senza inutili complicazioni è un buon modo per fondare basi solide. Ma cosa vuol dire esattamente questa frase? E cosa vuol dire, nello specifico, comunicare in modo naturale? Inizio a specificare cosa non significa.

Comunicare con naturalezza sui social non significa scrivere tutto ciò che passa per la testa, pubblicare link e pensieri personali senza il minimo controllo. Naturalezza non significa anarchia: c’è un piano editoriale che ha fatto emergere dei topic da rispettare e c’è un calendario che ti suggerisce cosa e quando pubblicare.

Ovviamente il calendario editoriale non è una gabbia, non è un recinto rigido, ma è un piano d’azione che deve essere seguito per mantenere una linea coerente. A proposito di coerenza: comunicare con naturalezza non significa muoversi ogni giorno con una regola differente, con un tono diverso, con un approccio rivisitato.

Le persone hanno bisogno di una comunicazione frizzante, magari a tratti provocatoria e capace di stimolare la riflessione. Ma al tempo stesso cercano la coerenza. La riflessione sul tone of voice in questo caso è fondamentale: quali sono i valori che vogliamo comunicare? Qual è il profilo medio dell’audience che vogliamo raggiungere? Quali sono le personas che rappresentano il nostro pubblico?

Ultimo punto: comunicare con naturalezza non significa sorvolare sull’errore. Una distrazione non è sinonimo di naturalezza, di autenticità, ma è esattamente quello che sembrano: un errore.

In realtà una comunicazione naturale dovrebbe essere, dal mio punto di vista, una comunicazione spontanea, capace di annullare le distanze tra fan/lettore/follower e azienda/brand/freelance. Una comunicazione naturale tiene presente le caratteristiche del singolo autore (qui, adesso, io scrivo come Riccardo Esposito e non nascondo il mio stile) ma segue la strada indicata dal piano editoriale.

La comunicazione naturale si allontana dal burocratese, dagli ostacoli lessicali, dalla lingua usata come filo spinato: non sei un impiegato della pubblica amministrazione, il tuo compito non è creare un divario tra autore e lettore. Devi stendere la mano al tuo pubblico, e la comunicazione naturale – caratterizzata da parole semplici ma precise, periodi brevi ma completi – ti aiuterà a raggiungere il risultato.

Questa è la mia idea di comunicazione naturale, base di partenza per qualsiasi attività social. La tua, invece?

Fonte immagine