Protagonista del mio post di oggi è un animaletto, che in particolar modo in Italia è considerato il mostro della SERP, chiaro che si tratta del simpatico Penguin. Mi fa sorridere l’idea che il pinguino era il mio animale preferito da bambino, amavo il suo modo spensierato di camminare tra i ghiacciai, mi incuriosiva la sua vita. Il caso ha voluto che oggi sia il mio miglior amico.
Si, hai letto bene. Ti sembrerò pazzo ma l’algoritmo Penguin è il mio miglior amico, devo a lui il posizionamento di tanti siti, devo a lui i tantissimi clienti che mi chiamano per liberarsi dalla sua morsa.
La storia degli algoritmi di google la lascio a mia moglie copy, io sono più tecnico, quindi passo direttamente ai fatti.
La prima cosa da accertare è se siamo stati colpiti (come pensiamo) dall’algoritmo Penguin, oppure sono altri problemi che hanno causato una perdita di posizionamento: sitemap, htaccess, aumento della concorrenza ecc.
Quali sono i sintomi dell’influenza Penguin?
Se ancora non vi ho tediato, seguitemi, li scopriamo insieme.
Un primo sintomo è la caduta di una o più keywords di tante posizioni, (il crollo deve essere sostanziale, no 1,2 o 3 posizioni ma almeno 20/30). Quando curiosate sul posizionamento assicuratevi di navigare in anonimo e di mettere come zona Italia, così da avere una percezione più reale del dato. (il mio consiglio è di monitorare i vostri posizionamenti con dei tools)
Secondo effetto allarmante, la caduta delle visite in modo drastico anche del 70%, in concomitanza con il passaggio del Pinguino in SERP. Analytics è lo strumento con cui, monitorando le visite, ci facciamo un’ idea del crollo di traffico sul sito (assicuriamoci che il crollo sia relativo a più giorni). Una buona risorsa per monitorare il suo passaggio è questo tool: http://tools.searchbrain.it/seo-memory/ che ci indica in che periodo sono stati lanciati da google i vari algoritmi. (Matt Cutts in un recente video ha comunicato che il Penguin verrà lanciato più spesso, e non verrà reso noto sempre da Google, ma solamente in casi di sconvolgimenti della SERP sostanziali).
Hai tutti questi sintomi? Forse sei vittima della penalizzazione. Un dato di fatto è che dall’influenza da algoritmo Penguin non si guarisce, finché Google non lancia la nuova release.
Inutile scrivere in webmaster tools, chiedendo la risoluzione del problema e/o comunicando che avete eliminato i link. Questa prassi è valida solo per le penalizzazioni manuali, ed è il caso in cui ricevi una mail in webmaster tools. Per il Penguin si può utilizzare il Disavow Tools con massima cautela e attendere 🙂
Appurato che siamo stati colpiti dal malefico Pinguino, per guarire (rimanendo in chiave metaforica) dobbiamo analizzare le cause e di come uscirne ne parlo nel mio video #seointhekitchen
1) Una delle cause più comuni, prassi abusata in passato da tanti SEO, è quella di mettere un link con anchor text esatto nel footer o nella sidebar.
2) Ricevere Link in entrata in quantità spropositate e di bassa qualità.
3) Usare lo Schema di Link, pratica che funziona ancora bene, “frega” in parte l’algoritmo, poi arriva il Pinguino 😀 e si piange. Meglio evitare!
4) Directory, article marketing in particolare se con anchor text esatta
5) Usare link con anchor text esatta in numero spropositato, Google fa un’analisi delle anchor text.
Facciamo un esempio: se una pagina che parla del corso seo viene linkata da 100 persone con anchor text “corso seo” qualcosa non funziona, stiamo forzando, pensiamo alla diversità di ognuno di noi ed ai 1000 modi in cui ogni sito in modo naturale linkerebbe la pagina, “clicca qui” “ecco un corso interessante” ecc. Per cui usare anchor text esatta è come spalancare le porte a Google e al suo pinguino.
Appurati i sintomi e le cause. Dobbiamo scoprire come uscirne.
Procediamo con un’analisi dei link in entrata verso il nostro sito. Operazione minuziosa e delicata. Per questa analisi ci sono molti tools che ci aiutano. Noi usiamo Cognitive SEO e Link Research Tools, sono a pagamento e costosi ma è chiaro che il crollo di visite e di posizionamenti del vostro sito costerà molto di più. Incrociamo i dati ottenuti con quelli forniti da webmaster tools per avere un quadro quanto più completo possibile di tutti i link in entrata.
Cognitive SEO e Link Research Tools sono i migliori, dal mio punto di vista, in quanto danno anche un’idea approssimativa di quali link potrebbero essere tossici, (dato da prendere con le pinze, bisogna studiare link per link) e ci indicano il punto preciso, in cui il sito in questione ha il link verso il nostro sito, con notevole risparmio di tempo.
Ora viene la parte più complicata. La prima tentazione, da tenere a bada, sarebbe quella, di usare lo strumento di google, il Disavow Tools (ecco il tools) e di mettere il 90% dei siti all’interno, con la certezza della soluzione del problema… Questo è l’errore più grande che possiamo fare. Vi spiego il perché:
1) è irreversibile, tutti i link o domini inseriti nel disavow non inviano più trust al tuo sito per sempre (almeno che non uscirà un nuovo tools per il re-disavow 🙂 )
2) Se inseriamo il 90% dei link non recupereremo il nostro posizionamento perso, anzi metteremo il nostro sito a zero come se fosse un sito nuovo o quasi. (Lo spiega google nel nuovo documento sulle riconsiderazioni link dove indica chiaramente che bisogna togliere i link a mano)
3) Molti dei link inseriti sono gli stessi che vi hanno permesso di essere in prima pagina per tanto tempo.
Aggiungo un dato importante: spesso ci capita di clienti che hanno inserito nel disavow tools altri loro siti che linkano quello penalizzato, in questo caso, ecco il risultato….caduta libera.
Come procedere ?
1) Fare il check con i tools, indicati in precedenza, per vedere tutti i link, che abbiamo in entrata da altri siti.
2) Inserire i link in excel e analizzare uno per uno con un tools tipo Majestic SEO o con la suite di SEO Moz, i quali ad esempio danno un valore del sito che vi sta linkando, indicando 2 valori come il trust flow e il citation flow. Più sono alti questi valori, maggiore è l’importanza del dominio che stiamo analizzando. In più vediamo quanti domini hanno reso il sito in questione così “importante” agli occhi di google.
Ecco un esempio delle statistiche di majestic SEO dove si evince che 3 domini linkano per un totale di 10000 backlink ( proveniente dallo stesso IP) qualcosa non va…
Esempio di come potreste ritrovarvi i dati in excel (esempio semplificato) ed avere un quadro completo dei link in entrata (ricordatevi di incrociare i link in entrata con più tools e non solamente con uno perché potrebbe non darveli tutti):
Come si vede nella schermata di Majestic SEO, il dominio pippo ha l’anchor text esatta nel footer, questa pratica come detto in precedenza è “rischiosa”, in più andiamo ad analizzare sempre per pippo.it i backlink esterni che sono tanti, notiamo che provengono da solo 3 domini, hanno tutti lo stesso IP, motivo per cui questo link va eliminato. (In prima battuta si chiede al webmaster del dominio la rimozione del link, se non riesce, toccherà cestinarlo nel disavow tools).
3) Va effettuata una giusta catalogazione dei link 🙂
Altro esempio, guardiamo il caso topolino.it: troviamo anchor text esatta ma all’interno di un articolo, nocivo solo al 50%, abbiamo citation flow e trust flow molto alti ed in più sono 80 i domini che linkano al sito topolino.it, per cui questo link è da salvare nonostante l’anchor text esatta. Sull’anchor text esatta va fatta un’analisi oculata, è importante valutare bene, quanti domini linkano alla singola pagina con anchor text esatta, se, come il caso del dominio topolino esistono 100 link con anchor text esatta, sono troppi! 🙂 Al contrario, se si tratta di siti di media portata, qualcuno va eliminato o modificato, laddove è possibile.
Ho citato 2 esempi tra i più semplici da individuare, ma esistono 1000 altri motivi per cui un link può essere “tossico”, quindi con cautela valutate bene ogni singolo caso. Non esiste una regola generale per capire se un link è “tossico o meno” l’esperienza di un SEO sicuramente aiuta.
Questo tipo di lavoro richiede anche giorni, quando ci troviamo di fronte siti con tantissimi link in entrata. La calma è fondamentale per ritornare in carreggiata, inutile correre, dobbiamo comunque aspettare che google rilanci un update per vedere se l’influenza è sconfitta.
Il mio consiglio è di affidarsi a chi è esperto in penalizzazioni per evitare danni ulteriori, dopo anni di lavoro e di sacrifici. Uscire dalla penalizzazione è possibile e il lavoro è certosino, va fatto con un’attenzione maniacale.
Pur risolvendo la penalizzazione, ricordatevi, che il sito attaccato, è un osservato speciale agli occhi del diabolico Penguin.. Niente più scherzi! 😉