Ogni pagina DEVE avere la sua ragion d’essere, quindi deve esaudire una richiesta specifica dell’utente, quindi deve avere la sua query alla quale rispondere.
Questo metodo di approccio alla SEO lo riassumo nella formula “one key, one page” che però, senza alcuna spiegazione può risultare fuorviante.
Ogni pagina dev’essere pensata per accogliere l’utente
Ogni page, dunque, è una landing page. Una pagina di atterraggio, poiché dal canale Search l’utente “atterra” per trovare risposta alla sua domanda e – in un buon 80% dei casi, a ben vedere gli analytics giornalieri dei clienti – dopo aver soddisfatto la sua esigenze, questi va via; mentre solo una piccola percentuale continua a navigare il sito.
Figurarsi da mobile poi, che è il trionfo del consumo veloce di informazioni: ora con questo non voglio dire di buttare a mare tutto il lavoro certosino di linking interno, di pagine e prodotti correlati (se si parla di un e-commerce), anzi. Questo dev’essere sempre stra-curato anche perché il restante 20% è un utente potenzialmente più fidelizzabile o comunque più curioso, al quale regalare ulteriori soddisfazioni.
E se ogni pagina è di atterraggio, allora lato SEO dev’essere studiata attentamente per offrire la soddisfazione di una richiesta ed , eventualmente , di micro-esigenze correlate.
One query, one page
Probabilmente suona molto meglio con questa formula. Pensa a una qualsiasi query/richiesta che l’utente digita sul motore: in ogni caso, non è solo con una parola chiave che questi potrebbe essere soddisfatto appieno. Esistono infatti le estensioni di lunga coda, e finanche le correlate di una ricerca.
Identificale con un tool, ad esempio SEMRush, e inseriscile organicamente nella tua pagina di atterraggio. Più domande espresse e latenti soddisfi, strettamente correlate alla query principale, più quel contenuto è considerato di qualità -che nel canale Search è sinonimo stretto di utilità.
Insomma, per essere pratici:
one key (query), one page non vuol dire sviluppare un contenuto per “pizzeria roma centro” e uno per “pizzeria roma centro nomentana” , poiché di fatti sono due parole chiave.
Vuol dire sviluppare UN contenuto in grado di risolvere queste esigenze ma anche “dove andare a mangiare una pizza a roma” e “la migliore pizza di roma“.
Un caso studio on the road
A riguardo ti segnalo un mio piccolo caso studio di qualche mese fa, che mi ha fatto togliere qualche ottima soddisfazione in SERP, diventando in breve tempo il pillar article principale del portale sui cui è presente.
E tu cosa ne pensi? Mera boutade o è un approccio funzionale alla SEO?