Tanti sono gli elementi decisivi di un articolo, e il ritmo è nella lista. Devi creare una buona headline, devi scegliere immagini accattivanti, devi individuare un argomento capace di rapire la tua nicchia. E devi curare la leggibilità, altrimenti rischi di vanificare il lavoro svolto.
E poi c’è il ritmo della scrittura, un tamburo che batte e guida il pubblico verso uno scopo ben preciso: la lettura. Qualcuno direbbe “la fruizione del contenuto” ma non è questo il punto d’arrivo, non è questo lo scopo del ritmo. Sto parlando di un filo conduttore, dell’essenza stessa della scrittura capace di incatenare il pubblico al tuo articolo.
Questo conviene, sai? Hai già messo in campo diverse strategie per catturare l’attenzione e non puoi rovinare tutto con un ritmo blando, scialbo, senza mordente e coinvolgimento. Ma non è facile, a volte rischi di sbagliare tutto e di mancare l’obiettivo. Risultato? Articolo corretto da un punto di vista formale ma incapace di rimanere nel cuore dei lettori.
Un peccato, vero? Nessun problema, è una situazione che molti blogger conoscono e che puoi risolvere: ecco qualche consiglio per mantenere il ritmo della scrittura e regalare ai tuoi articoli un’occasione in più per raggiungere i tuoi obiettivi.
Struttura del post
Il primo passaggio per gestire il ritmo degli articoli? Struttura del post, organizzazione interna del contenuto. L’intreccio degli elementi deve essere lineare, non trovo grande differenza tra un post e una fiaba classica: c’è un inizio, c’è uno sviluppo, c’è una fine. Tutto questo diventa ritmo, si trasforma in sentiero riconosciuto e apprezzato dai lettori che cercano una strada nota.
La piramide invertita del giornalismo (fonte Wikipedia) ci suggerisce questo processo: ci sono le notizie più importanti, c’è la storia, ci sono i dettagli. Un attacco immediato e diretto aiuta il lettore a capire qual è l’argomento, cosa sta affrontando, perché deve investire tempo nel tuo articolo. A questo punto io preferisco inserire un elemento essenziale: il problema da risolvere.
L’ho fatto in questo post, vedi? Ho descritto l’argomento, ho individuato il nodo e mi sono proposto come soluzione. Il ritmo è costante, puntuale, diretto verso una suddivisione netta: attacco, sviluppo, conclusione. Ogni sezione lavora per dare le informazioni utili.
Organizzazione dei paragrafi
Ora mi concentro sui paragrafi per ottimizzare il ritmo della lettura. La regola generale? Dai spazio, offri pause per respirare, evita blocchi di parole. Sì, esatto. Le persone odiano i muri di consonanti e vocali, si rifiutano di affrontare testi organizzati male.
Ecco perché è importante dividere il testo in paragrafi: dai un segnale chiaro al pubblico, lo inviti alla lettura sottolineando la tua attenzione nei suoi confronti. Ma soprattutto definisci il ritmo della scrittura attraverso le pause.
Cosa è uno spazio bianco? Una sosta, un invito a fermarsi per riprendere fiato e per riflettere su quello che hai scritto. Una delle regole fondamentali per dividere il testo in paragrafi è questa: un’idea per ogni blocco di testo. Meglio non proporre più concetti in un unico spazio, ma al tempo stesso non puoi spezzare la riflessione in più paragrafi.
A questo punto la domanda sorge spontanea: quanto deve essere lungo un paragrafo per mantenere un buon ritmo di lettura? Non c’è un numero preciso, non c’è un’unità di misura ma solo il buon senso del web writer che opera sul tasto Enter. Io, in linea di massima, creo un paragrafo per ogni due o tre periodi. Senza dimenticare che non esistono regole fisse.
Lunghezza delle frasi
La lunghezza delle frasi è il concetto decisivo per impostare il ritmo dell’articolo. Perché la lettura si snocciola attraverso la punteggiatura, sono questi elementi che dettano il rapporto tra chi scrive e chi legge. Parto con un concetto decisivo: meglio una frase breve o lunga? Domanda particolare, un po’ come chiedere qual è il tetto minimo e massimo di un articolo per ottenere buoni risultati.
Una frase lunga coinvolge il lettore e lo porta verso la narrazione, lo introduce in un flusso di pensieri che rapisce l’attenzione. La frase breve colpisce. Sbotta. Crea attenzione e rompe gli schemi. Soprattutto quando viene usata insieme ad altri artifici della scrittura.
Ad esempio l’alternanza di frasi brevi e lunghe. Io sfrutto questa combinazione quando devo affrontare un argomento complesso, in questo modo mantengo alta l’attenzione di chi legge. Soprattutto quando inserisco elementi discorsivi, tipici della lingua parlata, che ribadiscono i ruoli tra autore e lettore: leggere un articolo è come ascoltare le parole di un amico.
Un altro aspetto interessante della frase breve è l’alternanza tra i paragrafi. Tutti i blocchi di testo rientrano nei due o tre periodi, quattro al massimo. All’improvviso interrompi il ritmo con una frase solitaria, immobile, stampata tra gli spazi bianchi. Questa è una rottura della sequenza, un modo per attirare l’attenzione: se prolungato nel tempo può diventare un problema per la leggibilità, ma usato con cura diventa decisivo per attirare l’attenzione.
Figure retoriche
Le figure retoriche sono decisive per chi ama scrivere. Una delle più utilizzate è l’onomatopea, che ricorda un suono attraverso le parole. Anche questo elemento definisce il ritmo della lettura e l’autore può sfruttarlo per catturare i pensieri del pubblico. Riprendo una poesia di Eugenio Montale, Spesso il male di vivere ho incontrato:
Era il rivo strozzato che gorgoglia, era l’incartocciarsi della foglia riarsa.
Gorgoglia, incartocciato, riarsa. Parole che portano il lettore da un punto all’altro del significato e che lo guidano nello spazio. Altre figure retoriche utili al ritmo? Io uso spesso il polisindeto che ripete la congiunzione in un elenco (E mi sovvien l’eterno, e le morte stagioni, e la presente e viva, e il suon di lei) e l’anadiplosi che ripete l’ultimo elemento di una proposizione all’inizio della successiva (Sono stanco, stanco di scrivere).
La tua opinione
Vuoi ottenere buoni risultati nel mondo del blogging? Perfetto, il ritmo è essenziale. Devi mantenere l’attenzione e devi fare in modo che i lettori rimangano sulla pagina fino all’ultima sillaba. Fino alla tua call to action, alla conclusione del post o della pagina web. Tu fai qualcosa per migliorare il ritmo dei tuoi contenuti? Hai qualche consiglio da aggiungere? Aspetto la tua opinione.