Le buone abitudini nel mondo del blogging non devono mai mancare. Perché è grazie alle routine consolidate che puoi scoprire la semplicità del processo che ti porta a rispettare gli obblighi del calendario editoriale. Un calendario che si lega a esigenze precise, a un lavoro di inbound marketing che ti consente di ottenere risultati concreti grazie ai contenuti.
Attenzione, la routine non deve diventare un freno alla creatività. Il blogging aziendale è un’attività da non improvvisare – c’è un piano editoriale che gestisce i passaggi delle pubblicazioni – ma al tempo stesso devi preservare il valore dell’improvvisazione. Perché può portare vantaggi inattesi. In questo equilibrio si innestano le buone abitudini.
In particolar modo quelle che devi seguire prima di scrivere un articolo. Stai investendo tempo e risorse, stai per creare un contenuto che verrà sfruttato per intercettare i potenziali clienti: questo è un valore che non puoi ignorare. Di conseguenza devi trovare delle risposte prima di mettere le dita sulla tastiera e scrivere un articolo. Ecco la lista che rispetto ogni giorno, per tutti gli articoli che scrivo.
Cosa hanno fatto prima di me?
La domanda è semplice: voglio affrontare un argomento, cosa hanno pubblicato prima di me? Questo passaggio è decisivo per evitare uno degli errori più comuni del blogging: diventare una fonte ridondante. Perché dovrei seguire un blogger che – casualmente o meno – ripetere ciò che è già stato detto?
La risposta è impietosa. Nel senso che non lascia scampo: chi cade nel vortice del già visto rischia di annoiare il pubblico. E di spingerlo verso lidi differenti che hanno informazioni di prima mano. E che non riciclano pensieri già noti. Lo so cosa stai per dire: non è tua intenzione copiare, può capitare. Per questo prima di iniziare a scrivere devi interrogare Google.
Lo devi interrogare per avere lumi rispetto allo stato della blogosfera: cosa hanno fatto i miei colleghi? Cosa hanno scritto? Hanno già affrontato argomenti simili? Come mi posso differenziare? Nelle mancanze altrui trovi la soluzione per rendere speciale i tuoi articoli. E per dare risposte chiare.
Cosa vogliono i lettori?
Una domanda che potrebbe impegnare una vita, e che devi affrontare con un esperto SEO al tuo fianco quando ti dedichi ai contenuti più importanti. In un mondo perfetto questa sarebbe la norma, ma non hai tempo a sufficienza per indagare ogni sfumatura del titolo che vuoi affrontare. Ciò non ti impedisce di investire qualche minuto per comprendere le necessità che si trovano intorno alla singola esigenza.
Le correlate sono una buona fonte di informazione. Queste ricerche – che sono, appunto, legate a quella che stai affrontando – indicano una serie di intenzioni che potresti approfondire all’interno del tuo articolo. Se, ad esempio, voglio scrivere un post dedicato al mondo del giornalismo posso affrontare la query “Come scrivere un articolo di giornale” e scoprire che c’è un grande interesse intorno alle tecniche per creare un articolo di cronaca o dedicato al bullismo.
Di conseguenza la mia attività si può concentrare su questi temi e posso dedicare dei paragrafi a questi punti. Per raffinare questo lavoro posso sfruttare le community e osservare quali sono le discussioni nei vari forum. Magari sfruttando questi passaggi per individuare delle necessità che attraverso tool come Semrush, Seozoom, Ubersuggest e Answer the public non erano emerse.
Il titolo funziona?
Vero, i contenuti fanno la differenza. Manon pensare subito alla struttura, devi concentrarti su una stringa che può decretare il successo o l’insuccesso di ogni pubblicazione. Prima di iniziare a scrivere l’articolo, infatti, devi concentrarti sul titolo. E cercare di capire se hai rispettato le tre domande fondamentali:
- Informa?
- È utile per la SEO?
- È persuasivo?
Un buon titolo (che combacia con il tag title) deve dare le informazioni giuste, deve far capire subito il topic. E lo deve fare usando le migliori keyword per i tuoi obiettivi SEO. Nel frattempo deve essere in grado di persuadere e di convincere a scegliere il tuo lavoro. Prima di iniziare prova a scrivere dieci titoli, tutti differenti. E a sceglierne uno per il tuo contributo rispettando i punti che ho elencato.
Per approfondire: come inserire gli obiettivi di Google Analytics
Come strutturare l’articolo?
L’indagine delle esigenze ti può lasciare la risposta a questa domanda. La struttura di un articolo dipende in primo luogo dal suo scopo, perché ogni post dovrebbe avere un ruolo nel calendario editoriale.
Ci sono contenuti che intercettano le ricerche informazionali, le query collegate al tuo business in modo indiretto che spingono i lettori sulle tue landing page. In questo caso, lo suggerisce il nome stesso, l’articolo deve dare delle indicazioni chiare, concise, essenziali.
Questo non significa dimenticare ogni rapporto con la buona scrittura, con il piacere di esprimere il proprio stile. La personalità deve essere sempre visibile all’interno di un testo, ma la struttura dell’articolo deve essere pensata per informare. E per mettere in chiaro i dati utili al lettore che, in un determinato momento, sta cercando una soluzione. E non ha tempo da perdere.
D’altro canto ci possono essere altri contenuti da sviluppare. Ad esempio gli articoli di opinione, quelli che non rispondono a un’esigenza stretta in chiave SEO ma smuovono la community, fidelizzano il pubblico e lo polarizzano intorno alla tua idea. In questo modo diventi un totem, un portavoce per la tua community, un faro per chi cerca interpretazioni della realtà. In questo caso la struttura del post è differente, così come può essere diversa quella di una notizia.
L’articolo di opinione è discorsivo, senza strutture forzate, basato sulla narrazione di un pensiero. L’approccio è più intimo e personalizzato. La notizia, invece, è immediata. Asciutta. Senza fronzoli. Ogni situazione contempla uno stile differente per ottenere il miglior risultato possibile.
Quale immagine scegliere?
Questa domanda non può mancare. Prima di iniziare a scrivere devi cercare l’immagine giusta, solo in questo modo puoi creare la giusta sinergia tra headline, visual e attacco. Questo blocco di informazioni ti permette di ottenere il risultato più importante: catturare l’attenzione del lettore.
Un lettore distratto e proteso verso l’abbandono delle risorse che raggiunge. Solo miscelando con sapienza questi tre punti puoi mantenere la sua curiosità viva, e gli occhi sulla tua pagina.
Sei la scelta migliore?
Questa è la regina di tutte le domande. Sei la scelta migliore per i tuoi lettori? Pensaci bene, hai fatto il possibile per ottenere l’attenzione delle persone che ti trovano sui motori di ricerca o attraverso la tua attività di social media marketing. Spesso la risposta è semplice: no, non hai dato il massimo. A volte la colpa non è tua, è una questione di budget, ma in questo frangente non voglio puntare il dito sulle cause.
Piuttosto voglio lasciarti un consiglio: prima di iniziare a scrivere pensa a tutto ciò che puoi fare per trasformare il tuo articolo nella soluzione migliore per le persone che ti leggeranno. Forse vuol dire creare un video tutorial, o una sintesi grafica.
Se ti occupi di itinerari turistici potresti creare una mappa personalizzata su Google e se stai esponendo un pensiero critico puoi distribuirlo su podcast. Così in ufficio mi leggo la sintesi sul blog e in palestra ascolto l’approfondimento dallo smartphone. Essere la scelta migliore per il lettore è semplice, devi impegnarti di più e investire tempo. Sei pronto ad accettare tutto questo per ottenere il risultato sperato?
Quali sono le tue domande?
Qui puoi leggere le domande che devi farti prima di scrivere un articolo. Anzi, questo è il mio punto di vista: per me queste sono le questioni centrali da rispettare quando decidi di creare un nuovo contenuto per il tuo blog aziendale o personale. Ce ne sono altre? Penso proprio di sì, ma in questo caso chiedo aiuto alla tua esperienza: quali domande fai alla tua coscienza di blogger prima di creare un post? Aspetto la tua opinione nei commenti.