Mark Zuckerberg lancia Facebook Journalism Project, un’iniziativa che trasforma il social network per eccellenza in una media company e gli dà un ruolo di primo piano nel mondo dell’informazione. L’obiettivo dell’azienda di Menlo Park? Stringere una collaborazione profonda con le realtà editoriali per migliorare la sua reputazione come fonte di notizie.
Ricordi? La società, durante le scorse elezioni presidenziali USA, è stata accusata di aver indirettamente favorito la vittoria di Donald Trump, facilitando la diffusione di notizie false. Per ripercorrere la vicenda, dai un’occhiata a questo articolo di Internazionale.
Ma Facebook Journalism Project non è solo una soluzione contro le bufale. Vuole offrire nuovi strumenti ai giornalisti per capire meglio le dinamiche che ruotano intorno ai social network e donare alle persone le conoscenze per diventare lettori più consapevoli nell’era digitale. Hai capito bene. Zuckerberg vuole educare i suoi iscritti a riconoscere le notizie vere dalle false.
Il progetto è stato presentato l’11 gennaio 2017 con un post sul blog di Facebook firmato dalla direttrice di produzione Fidji Simo che spiega: “Noi sappiamo che condividere e discutere le idee e le notizie sono valori della nostra comunità, e come parte del nostro servizio, ci preoccupiamo di fare in modo che l’ecosistema delle news sia sano e che il mondo del giornalismo possa prosperare”. Adesso andiamo al sodo, vediamo quali sono le novità di questa iniziativa che si basa su tre punti decisivi:
Sviluppo di nuovi formati per lo storytelling
Facebook collaborerà con gli editori e svilupperà nuovi formati per raccontare le notizie in modo coinvolgente ed efficace. Come? Sfruttando i Live che saranno più semplici da usare. Ci sarà spazio per video e foto a 360 gradi. Viene ottimizzata anche l’esperienza d’uso degli Instant Articles, le testate giornalistiche potranno proporre storie multiple in un solo post.
Le novità sugli Instant Articles, però, non finiscono qui. C’è la volontà di integrarli con modelli di business che prevedono il pagamento di una sottoscrizione per la consultazione delle notizie. Un altro aspetto che verrà migliorato grazie a Facebook Journalism Project? Il giornalismo locale. Tuttavia, ancora non si conoscono altri dettagli a riguardo.
Formazione per i giornalisti
Con Journalism Project Facebook diventa protagonista attivo nell’industria dell’informazione. Saranno, infatti, organizzati corsi online di giornalismo certificati. Grandi nomi hanno deciso di lavorare insieme al colosso tecnologico. I più interessanti? L’Institute for Journalism in New Media, il Montclair State University’s Center for Cooperative Media e Poynter, scuola di giornalismo più importante d’America. I professionisti avranno a disposizione anche numerosi strumenti tra cui un tool comprato di recente.
Si tratta di Crowdtangle, una soluzione gratuita che consente di misurare le performance delle storie sui social e permette di identificare anche gli influencer. La formazione passerà per hackathon, eventi di settore che metteranno in contatto i differenti esperti dell’informazione.
Per approfondire: Facebook: come cambierà l’algoritmo del News Feed?
Alfabetizzazione degli utenti nell’approccio alle notizie
Facebook pensa anche ai suoi iscritti, offrendo tutti gli strumenti necessari per renderli consumatori di news responsabili. Il social network collaborerà con giornalisti, educatori e ricercatori per promuovere progetti di news literacy. Il fine è quello di aiutare gli utenti a distinguere le notizie vere da quelle false, imparando a scegliere fonti autorevoli.
A proposito di fonti, la società ha annunciato la partnership con First Draft News, un gruppo no-profit di editori e testate giornalistiche che sta cercando di costruire una nuova deontologia professionale per l’uso di fonti attraverso il web.
E tu cosa ne pensi di Facebook Journalism Project?
Con Journalism Project, Facebook non è più solo un contenitore di notizie ma si sta trasformando in una piattaforma di pubblicazione diretta. Detto in altre parole, il social network più famoso del mondo diventa produttore di contenuti. Ora lascio la parola a te, cosa ne pensi di questa iniziativa? Secondo te, migliorerà il lavoro dei giornalisti e la fruizione delle notizie? Oppure si andrà incontro a un pericoloso monopolio? Lascia la tua opinione nei commenti.