Fare blogging è un’arte. E Google Drive può aiutarti a ottenere risultati migliori. C’è chi si ostina a inquadrare quest’attività come una semplice operazione di scrittura. Non è così, lo sai bene se hai letto la sezione #blogaziendale di questo blog. O uno qualsiasi dei miei post su SEOchef.
Ci sono tecniche e strategie che ruotano intorno a questo mondo, ci sono obiettivi da raggiungere e risultati da misurare. Soprattutto, ci sono degli strumenti che possono aiutarti a lavorare.
Molti credono che tutto si limiti ai seo tool, ai vari Keyword Planner o Ubersuggest. Queste sono risorse decisive per intercettare le esigenze del pubblico, per capire cosa ruota intorno a una ricerca. Ma quando devi scrivere hai bisogno di un editor potente, versatile, flessibile. E capace di diventare qualcosa di diverso dal classico foglio di carta digitale .
La mia soluzione? Google Drive. Io non riesco a farne a meno, questa è la piattaforma ideale per chi ha fatto della scrittura online il proprio lavoro. In questo articolo ti convincerò a usare Google Drive nella tua blog strategy, e lo farò con 6 punti.
1. Con Google Drive puoi creare contenuti
Il primo motivo che spinge un blogger a usare Google Drive: c’è un’ottima applicazione di video scrittura. Simile a Word ma più leggera e semplice, lontana da quel ginepraio di funzioni che la maggior parte degli utenti non ha usato e non mai userà.
Hai bisogno di un programma per scrivere e creare contenuti? Document è perfetto, poi c’è il tool per creare grafiche che puoi usare per schemi, riassunti visuali, creatività.
2. Puoi organizzare i contenuti
Esatto, il blogger non è legato solo alla scrittura. Uno dei passaggi fondamentali del suo lavoro riguarda il piano editoriale, il documento che riassume i passaggi per creare dei post degni di questo nome. E raggiungere risultati concreti.
Uno dei punti decisivi di questo lavoro è dedicato all’organizzazione dei contenuti, alla scelta degli argomenti da affrontare nel progetto. Per fare questo hai bisogno di una mappa mentale, uno strumento capace di definire gli elementi in forma grafica e attraverso un percorso gerarchico.
Google Drive ti può aiutare in questo compito grazie alla sinergia con Coogle, un’app che ti permette di creare delle mappe mentali straordinarie e di salvarle all’interno del tuo archivio online. Non dimenticare che Google Drive è prima di tutto un luogo per conservare i documenti del piano editoriale (hai 15 gigabyte gratis).
3. Con Google Drive prendi appunti
Google Drive ha un’app per lavorare offline. Sai cosa significa questo? Puoi mettere in pratica una delle regole per aumentare la produttività: creare contenuti durante i tempi morti. Senza dimenticare che avere un’app per scrivere sullo smartphone è utile per fissare le idee.
Io sfrutto Google Drive ovunque: mentre aspetto il mio turno alle Poste, quando sono dal dottore, in autobus, sul treno. L’app archivia il lavoro quando sono offline e lo aggiorna immediatamente: puoi inserire il testo nella cartella che preferisci oppure lasciarlo nella directory principale. Alternativa interessante: Google Keep, il tuo post-it virtuale.
4. Puoi creare dei sondaggi
Un grande aspetto di Google Drive: c’è una funzione che ti consente di creare sondaggi. Basta andare sul tasto “Nuovo” nella home page e scegliere “Moduli”: qui hai tutto il necessario per costruire un questionario da somministrare ai tuoi lettori e archiviare dati concreti.
Tra gli aspetti da sottolineare: il monitoraggio delle risposte in tempo reale, i diversi template (l’occhio vuole la sua parte quando chiedi opinioni ai lettori) e le soluzioni per proporre le domande al pubblico. Puoi scegliere tra caselle verticali, scaletta orizzontale, elenco a discesa, scelta multipla… Niente da invidiare ai programmi dedicati solo a questo.
Quella dei sondaggi è una funzione interessante: il modulo può essere embeddato o inviato attraverso permalink. In questo modo email, newsletter e social hanno un ruolo attivo per scoprire le esigenze, le opinioni e il punto di vista dei lettori.
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5. Puoi embeddare documenti
Hai un PDF o una tabella da mostrare ai tuoi lettori? Fai scaricare il PDF dalla pagina, oppure carica tutto su Google Drive ed embedda il contenuto nell’articolo. Basta andare nelle opzioni di condivisione del documento, copiare il codice e inserirlo nell’HTML. Definisci le dimensioni del lettore e facilita la vita ai tuoi lettori.
6. Google Drive è amico delle redazioni
Google Drive fa la differenza nel mondo delle redazioni, quando dietro a un blog ci sono più persone. Con questo tool puoi condividere tutto (documenti e cartelle), puoi invitare colleghi a controllare testi e a modificare articoli. Puoi lasciare note, puoi controllare la cronologia delle variazioni e lavorare insieme con cursori differenti.
Ogni appunto che lasci nel testo viene affiancato da un campo per permettere ad altre persone di lasciare osservazioni: può nascere un vero e proprio confronto che puoi risolvere o mantenere in vista per arricchire il documento. Tra le altre funzioni c’è la chat interna per parlare con chi sta lavorando sul documento.
Le opzioni di condivisione fanno il resto: puoi decidere di mostrare il documento solo a determinate persone, e inserire le rispettive email per attivare questa funzione. Oppure puoi rendere pubblico il file attraverso un link. Ultima possibilità: far indicizzare il lavoro da Google. Certo, quest’ultima soluzione non è il massimo per le redazioni ma è giusto conoscere le alternative.
Per approfondire: 5 consigli per realizzare un blog multiautore
E tu usi Google Drive?
Puoi fare blogging senza Google Drive e vivere sereno. Non è una condizione essenziale. Anzi, io gli articoli li scrivo sull’editor WordPress e preferisco usare quest’applicazione per mille altri motivi. In questo articolo ne ho elencati una manciata ma sono sicuro che tu hai altre soluzioni da aggiungere a questa lista. Allora, usi Google Drive per scrivere e fare blogging? Dimmi come e perché.