Il guest blogging è sempre stata una delle attività più utilizzate per ottenere buoni link e, soprattutto, per far conoscere il proprio nome online.
La compravendita di link è una pratica negativa secondo le linee guida di Google, e anche la diffusione di comunicati stampa di bassa qualità e con un eccesso di ottimizzazione dei link è stata bacchettata da Mountain View. Negli ultimi tempi, però, Matt Cutts si è concentrato anche sull’argomento guest blogging.
Il capo del Webspam team di Google ha iniziato a dare qualche delucidazione a proposito di questa pratica, e soprattutto alle attenzioni che Google riserva ai link ottenuti da campagne di guest blogging massicce e basate su contenuti duplicati.
Altri contenuti sono stati pubblicati in questi mesi, fino all’arrivo di un post personale: The decay and fall of guest blogging for SEO. In questo articolo Matt Cutts sottolinea un punto importante: un certo tipo di guest blogging è destinato a finire. Anzi, a una prima lettura le parole sono decisamente più dure:
Guest blogging is done; it’s just gotten too spammy. In general I wouldn’t recommend accepting a guest blog post unless you are willing to vouch for someone personally or know them well. Likewise, I wouldn’t recommend relying on guest posting, guest blogging sites, or guest blogging SEO as a linkbuilding strategy.
Un certo tipo di guest blogging si avvicina allo spam. Matt consiglia di non accettare articoli da autori che non conosci bene, e di non basare la tua strategia SEO solo sul guest blogging. La stretta di Google sulle tecniche poco chiare per ottenere link è chiara, evidente: pochi mesi fa Matt Cutts si è espresso a sfavore di un certo tipo di link lasciati come firma nei commenti. E oggi chiude il cerchio intorno al guest blogging.
Ovviamente c’è stata una reazione da parte di molti utenti. La community SEO ha dato la propria risposta e anche Copyblogger si pone una domanda interessante: noi pubblichiamo guest post. Anche tu li hai pubblicati molto probabilmente. Sei nei guai? Siamo tutti nei guai?
Matt Cutts, sempre sul suo blog, ha aggiornato il post inserendo una nota per sottolineare che ci sono ancora tante buone ragioni per fare guest blogging (branding, community, ampliare il proprio pubblico). Ci sono anche ottimi autori di guest post che meritano attenzione: il problema, sempre secondo l’autore, sta nel considerare il guest blogging come strategia per fare SEO.
L’articolo si chiude con un avviso: “I’d recommend skepticism (or at least caution) when someone reaches out and offers you a guest blog article”. Scetticismo o per lo meno cautela quando qualcuno ti contatta per pubblicare un post. Come suggerisce sempre Copyblogger, Google fallisce come un motore di ricerca se inizia a penalizzare i siti che offrono contenuti di qualità solo perché quel contenuto sembra essere un guest post. E tutti noi falliamo come editori se basiamo le nostre strategie sugli ipotetici cambiamenti dell’algoritmo.
Sei d’accordo?