Nella mia esperienza nel campo del blogging aziendale ho affrontato diverse situazioni che vanno dalla normale gestione alla crisi totale. Ma una delle più difficili da risolvere è l’assenza di una prospettiva social.
Anzi, l’assenza di una corretta prospettiva social. Perché molti progetti contemplano la presenza dei canali social ma si basano su una attività minima: giusto la pagina Facebook, solo perché è ormai risaputo che sul social network di Mark Zuckerberg c’è il mondo intero.
Twitter e Google Plus?
Neanche a parlarne. Ci sono canali che vengono completamente ignorati anche se possono portare grandi benefici. Hai presente la connessione tra Google Plus e risultati local? Si chiama My Business, ma molte aziende ignorano l’importanza di questa connessione. Il motivo è semplice: puntiamo sul blogging aziendale, sulla creazione di contenuti.
Questa è la combinazione chiave: “Facciamoci trovare da Google. I social vengono dopo, al massimo li usiamo per ripubblicare i post”.
Certo, i social network possono essere utilizzati per amplificare quello che hai scritto sul blog. Ma questa è solo la prima prospettiva, la più semplice e immediata. Anche quella che si esaurisce e che può dar vita al peggior risultato possibile. Prova a usare i social solo per amplificare i tuoi contenuti: cosa ottieni?
Per approfondire: come funzionano le ricerche su Google Plus
Niente, ottieni solo insuccessi
Soprattutto da una prospettiva aziendale. Una prospettiva scomoda già nei primi passaggi: le aziende vengono viste come portatrici di advertising, ogni messaggio è percepito come il tentativo di portare benefici verso il proprio brand. Per molti consumatori la comunicazione aziendale deve essere evitata come la peste.
E sai qual è la cruda verità? È vero. Se non fai gestire i social in un certo modo – con la competenza di chi conosce il proprio mestiere – questo sarà il registro comunicativo. E questo sarà ciò che le persone leggeranno: l’ennesimo tentativo da parte dell’azienda di piegare i social per fare advertising a basso costo.
Come risolvere questo problema?
Con un buon calendario che faccia riferimento al piano editoriale e che permetta al blogger di differenziare i contenuti. Ma soprattutto con una completa rivalutazione dello strumento social: non è un semplice megafono aziendale ma una fonte utile per chi segue un determinato tema.
Io credo che si debba abbandonare la classica idea del modello a piramide, con un vertice rappresentato dal blog che diffonde i propri contenuti attraverso i social. Questi non sono delle semplici piattaforme per fare rimbalzare i tuoi contenuti, non possono essere utilizzati per questo. Il calendario editoriale serve proprio a questo: a pianificare pubblicazioni differenti nel corso delle settimane.
I social non sono semplice ripubblicazione
Anzi, sono l’esatto contrario. Facebook non è solo lo strumento che ospita i tuoi link, ma una piattaforma che puoi utilizzare per coinvolgere le persone: puoi invitare a lasciare le proprie immagini o le opinioni su un bene o un servizio.
Allo stesso modo Twitter è uno strumento spettacolare per creare conversazioni, quindi per sedimentare relazioni virtuose e accorciare le distanze con il pubblico. E Google Plus? Lo puoi usare per fare cose fantastiche con chi ti segue ma anche all’interno dell’azienda.
Nelle prossime settimane voglio approfondire il rapporto dei principali social con il blog aziendale. La settimana scorsa ho parlato di Instagram, oggi ho iniziato a definire la strada da seguire: i social non sono semplice appendice del tuo blog aziendale ma un nuovo elemento per comunicare, interagire, costruire relazioni. Sei d’accordo?