Il 2015 si sta chiudendo e come di consueto ecco che partono le speculazioni per la SEO dell’anno che verrà, in questo 2016 che pare andare nella direzione tracciata da RankBrain.
Insomma, pare che la strada che porta all’offrire il contenuto più congruente possibile alla domanda di un utente – partita dal primo repulisti di Panda ormai 5 anni fa e poi puntando sempre più alla valutazione positiva dei contenuti di valore – continui a essere la guida maestra per il motore di ricerca made in Mountain View.
Purtuttavia, IMHO vanno fatte alcune considerazioni sull’anno che si va a chiudere.
SEO nel 2015: un anno sabbatico per i filtri?
Di controtendenza al mantra del Re Contenuto, sembra che nella sua monarchia delle SERP ci si sia dimenticati di attivare le guardie: magari è solo la mia modesta e piccola esperienza, ma mai come quest’anno ho avuto un senso di déjà vu nelle pagine dei risultati di ricerca, che in alcuni settori sembrano essere ritornate indietro di qualche anno, almeno per quanto riguarda i risultati organici.
Certo, Google sta dando sempre più risposte precise e puntuali agli utenti, ma non mi toglie nessuno dagli occhi il fatto che la link building è tornata più forte che mai, complice l’assenza di un Penguin che (lanciato davvero 3 volte in 3 anni) a parte le penalizzazioni manuali ha portato al ritorno dell’ottimizzazione offpage massiva come non si vedeva da tempo. Insomma, finita la “grande paura del pinguino”, si è tornati a fare come cavolo ci pareva.
Ecco che torna lo schema classico del:
- Filtro.
- Paura per il filtro.
- Bypass del filtro.
- Situazione di partenza.
SEO nel 2016: Penguin integrato o un nuovo filtro?
Siamo nel campo della piena speculazione, come annunciato all’inizio del post – del resto – è il periodo giusto. E se Google implementasse Penguin in real-time come era stato ipotizzato mesi fa? Oppure se decidesse di dare una nuova e bella sgrassata nelle SERP che sono tornate a essere più sporche di un pinguino finito dentro un pozzo di catrame?
Vero è che ragionare in ottica migliorativa dei risultati di ricerca è la strada che Google pare aver intrapreso ed è quella giusta ma la lezione di Yandex (che nell’aprile scorso è tornato a considerare i link come fattore di posizionamento) porta a pensare che, fra annunci futuristici di computer quantico e buone intenzioni, allo stato attuale delle cose avremo ancora un po’ di anni (mesi?) di assestamento, filtri, animali strani e SERP da migliorare – o manipolare – costantemente.
Il 2016 è alle porte e la SEO è ancora viva. Fra un anno, parleremo dei trend (qualcuno ha detto semantica?) che ci siamo lasciati alle spalle ma il bello di questa attività è che del domani non v’è certezza, la quale va stimata giorno dopo giorno.
E tu, cosa ti aspetti dalla SEO del 2016?