La SEO Negativa è uno dei più grossi demoni che si trova ad affrontare chi si occupa di ottimizzazione sui motori di ricerca. Un satanasso reso ancora più enorme e cornuto dai timori e i “sentito dire” che circolano in Rete a riguardo.
A volte però il diavolo non è così brutto come lo si linka e in buona parte dei casi, in tanti settori, il vero demonietto si annida nei dettagli di una cattiva ottimizzazione.
Casi studio e SEO Negativa
Non ti sto parlando di casi studio sulla SEO Negativa, che qualcosa in giro si trova (personalmente ne sto costruendo uno sul mio blog) ma di casi studio sui riscontri di una campagna SEO in generale, come si vedeva fino a qualche tempo fa.
Ora, va da sé che nella penisola bagnata dal Mediterraneo non si è mai stati baciati con particolare passione dalla dea della condivisione: è difficile davvero trovare casi studio di un certo valore, talvolta negli eventi di settore qualcosa salta fuori ma c’è sempre il rischio (e la puzza) di marketta per qesto o per quel cliente.
Non voglio né essere polemico, né sfocalizzare l’intento di riflessione del post: questa è una mia semplice constatazione e come tale può e credo sia alla fine errata 😀
Solo che, mi pare di capire, che da quando sono saltate fuori dall’inferno le corna ferine della SEO Negativa c’è anche una certa “paura di condividere“. Perché?
SEO Negativa e la mancanza di condivisione
Anzi, rispetto a qualche anno fa – al di là di un’altra paura di possibile penalizzazione – vedo sempre meno i classici “credits” sui footer. Alla già naturale diffidenza italiana di condividere un successo, come se fosse una cosa sbagliata; si aggiunge la paura – altrettanto tricolore – di essere “blastati” ovvero colpiti sul sito in oggetto del caso di successo.
Ecco quindi clausole di non diffusione dei dati, oppure la diffusione di pochi parametri a interpretazione.
Non ho ancora riscontri reali di siti colpiti dopo essersi “palesati” ma penso perché in realtà anche la SEO Negativa stessa è più diffusa in certi settori dell’online dove c’è poco interesse di mostrare il proprio brand come vincente.
Ora la domanda è: si tratta di una elucubrazione mentale con un fondamento o di un volo pindarico sopra le infuocate valli dei commenti SEO? A proposito, per il tuo, scrivi pure qui sotto!