Quando SeoChef mi ha proposto di partecipare come delegata alla due giorni di SMX Milano 2014, confesso che non stavo più nella pelle.
Poter ascoltare gli speach di grandi professionisti del Social Media Marketing e del mondo della SEO da tutto il mondo, per me che vengo da un posto isolato come la Sicilia, non poteva che rendermi più che felice. Una bella occasione per rivedere vecchi amici e colleghi e conoscerne di nuovi.

Per lo più ho ascoltato gli interventi in cui si parlava di Social Media in tutte le sue declinazioni e decisamente più nelle mie corde e uno dedicato al Seo copywriting, che si avvicina molto alla mia professione.
Nel mio reportage parlerò dei panel che più mi hanno colpito, senza far torto a nessuno, perché veramente sono stati per lo più tutti molto interessanti.

Smx Milano_2014_SeoChef

Copywriting for Search Success

Il panel con cui ho aperto le danze è stato quello su Parole di ricerca e Copywriting per una Search di successo.
I relatori Diego Puglisi e Ryan Wall hanno parlato di quanto sia importante fare una k-mapping, cioè una mappatura delle parole chiave ordinate in base al volume di ricerca che serviranno anche come linee guida per i copy come me, a cui spetterà il compito di realizzare i testi.

Hanno inoltre snocciolato consigli su quali parametri tenere sott’occhio durante la realizzazione di un sito e di come le bodycopy siano importanti per generare traffico verso il sito web, anche attraverso il blog che è un contorno importante ai web site aziendali.

Si è parlato poi di un argomento a me molto caro, cioè di come il web sia sempre più semantico e molto più a misura di umano.
Non si scrive per i motori di ricerca, ma per le persone. Panda è stato il vero primo tentativo di Google di provare una avanzata decodifica dell’opinione umana per valutare la qualità di una pagina, per poi arrivare a Hummingbird che consente al motore di ricerca di capire il vero significato dei contenuti, non solo decifrando le parole chiave disseminate qua e là nei testi ma attraverso algoritmi più complessi.

Captivate Audience with Effective Storytelling

Ma il vero protagonista dell’SMX Milano è stato lui, lo storytelling. Il più citato, il più inneggiato. Tutti lo vogliono ma davvero tutti lo sanno fare?
Andrea Fontana, CEO di Storyfactory nella sua relazione Storytelling: destini e destinazioni di Brand ha parlato di strategie di storytelling, di transmedialità e crossmedialità e di come sia impossibile fare storytelling senza prendere una posizione esistenziale forte.

Solo con il coraggio di prendere una posizione chiara si può sperare di colpire le emozioni dei seguaci che dovranno avere indicato un destino chiaro e semplice. Ed è proprio in quel preciso momento in cui ci si identifica in una storia, in un personaggio che si realizza il grande e magico gioco della trans-narrativa. Ma per ottenerla bisogna creare un momento di contatto, piccoli cambiamenti esistenziali: una operazione narrativa complessa in grado di trasformare gli stati d’animo degli ascoltati. Ed è proprio questo uno degli effetti più belli dello storytelling, la story-listening experience.

Ma quali sono gli ingredienti per fare un buon storytelling:

  • La storia non è la mia ma la loro
  • La storia si costruisce sulla mancanza di qualcosa e si offre una soluzione
  • Implica il coraggio del brand di abbandonare l’ansia di controllo totale
  • Dare la possibilità al pubblico di raccontare le proprie storie

 

Managing Your Social Community

Lo speach di Rachele Zinzocchi – la scoppiettante e carismatica Social Media Manager di H3G Italia – Comunico, Coinvolgo, Curo, Le 3 C del Community Manager è stato uno dei panel che più mi sono piaciuti. Ma di cuore.

Sotto la lente di ingrandimento il lavoro del Community Manager che oggi ha infatti un triplice compito:

  • Comunicare
  • Coinvolgere
  • Curare/Curarsi di

I tempi sono cambiati e anche i modi di fare marketing: è ora di mettere da parte il marketing verticale di vecchio stampo, quello che vedeva il potenziale cliente meramente come un target su cui sparare i prodotti come una deus ex machina.
Il meccanismo che regola le community sono diversi e molto delicati, le aziende per poter colpire il target devono per prima cosa prendere coscienza che il potenziale cliente è per prima cosa un essere umano con una propria individualità, con le sue emozioni e opinioni personali.

Regola del 80/20_Zinzocchi_SMX Milano 2014_Community manager

Secondo la Zinzocchi il brand deve seguire questo schema:

  • Comunicare chiaramente il proprio messaggio per coinvolgere l’utente/cliente
  • Inserirsi nelle conversazioni (sia positive sia negative) dell’utente/cliente
  • Prendersi cura dell’utente/cliente

E solo quando l’utente/cliente sarà parte di una community, si potranno applicare i dettami del marketing social tradizionalmente inteso.

 

You Ought to be in Picture: Close up with Pinterest, Instagram & Flickr

L’ultimo panel di cui voglio parlare è quello dedicato ai social visual.

Irene del Bello racconta come di ha aiutato una realtà tradizionale come l’Hotel Principe di Savoia ad approdare al digitale, disegnandogli addosso una vestito social ben definito e riconoscibile.
La scelta dello storico hotel di Milano non soprende affatto: settori come il turismo e in particolare quello dell’hospitality sono in forte ascesa nel panorama del web . Ma poi riflettiamo: la gente come programma le sue vacanze? Soprattutto online.

Ma non solo. Un altro aspetto interessante che può apparire strano è che le vacanze sono il momento in cui la gente sta più su internet, perché ama condividere momenti, registrarsi in luoghi e soprattutto ama fotografarsi.
E allora perché non lasciare che siano anche loro a raccontare il tuo brand?
Un’altra mossa vincente per creare engagment e conversazioni attorno al brand è creare dei riti, come quello di fotografarsi nei bagni dell’hotel, dando vita al valzer di contenuti user generated, la grande invenzione del social marketing e dello storytelling.

Case history_Starbuck-Cristiana Tumedei_SMX MIlano

Cristiana Tumedei, digital strategist freelance, ci ha parlato invece di Instagram e del lato prettamente visual.
Instagram è un social di supporto alla strategia digitale, non porta link diretti al brand ma è può creare conversazioni sul brand e soprattutto per costruire reputazione positiva e trasformare i nostri fan in super fan e la community da attiva in fedele.
E’ cioè uno strumento di promozione collaterale, utilissimo se usato con razionalità, creatività e innovazione per mostrare il lifestyle collegato al brand.

Su Instagram l’obiettivo è:

  • attirare
  • informare, intrattenere
  • dialogare

Cristiana ci svela anche qual è il modo per farlo:

  • Strategia cross-mediale e mobile-friendly
  • Real-time marketing e User Generated Content
  • Uso hashtag tematici
  • Campagne Sociali
  • Uso dei Video

In definitiva, Instagram si rivela lo strumento ideale per nutrire il Brand Love, perché fa storytelling e lo fa attraverso le persone che vivono il brand. Come nel caso della campagna di Starbucks #HowWeMet che invita l’utente a raccontarsi. E nel raccontarsi riscopre cosa lo lega al brand.

 

Mi ritengo assolutamente soddisfatta di queste due giornate di SMX Milano 2014 e spero davvero di poter partecipare l’anno prossimo per ascoltare cosa c’è di nuovo nel panorama internazionale del Web e dei social network.