Social network a scuola

I social network a scuola sono un elemento di distrazione per gli studenti? La risposta è nelle mani degli insegnanti.
Per sfruttare le potenzialità offerte dai social network, i docenti devono capire come usare Facebook e Twitter in modo giusto. Devono imparare a guardare questi strumenti con meno senso critico e comprendere che possono diventare una risorsa. Una risorsa inestimabile.

D’altro canto, questa strada è percorribile ripensando a monte il sistema di formazione. I corsi di laurea, ad esempio, dovrebbero prevedere elementi di educazione digitale. Per i docenti che già esercitano, invece, i corsi di aggiornamento sono indispensabili: danno una formazione al corpo insegnati. Conoscenze che, poi, possono essere trasmesse ad altri colleghi.

In questo modo i maestri e professori conoscono le potenzialità e i limiti dei social network. Detto in altre parole, da un lato si fanno promotori di un uso positivo dei social intesi come mezzo per favorire l’apprendimento. Dall’altro riescono a prevenire fenomeni pericolosi come il cyberbullismo.

Frasi come: “Non c’è tempo anche per l’educazione digitale” o “Non è una mia competenza” non possono più esistere. Siamo nell’epoca della comunicazione digitale 2.0. I social sono entrati nella vita quotidiana, in alcuni casi sono un’estensione della stessa.

Quindi i docenti devono mantenere il passo ed essere guide consapevoli di questo cambiamento. Trovare qualche ora per imparare a dialogare con gli strumenti dei propri allievi è fondamentale. Essere dei buoni educatori oggi significa esserlo non solo in classe, ma anche online. Vediamo come usare i social network a scuola.

Come usare i social network a scuola: Facebook

Mark Zuckerberg è molto interessato all’educazione digitale. Nel 2015 ha collaborato con il Summit Public Schools per mettere a punto il Personalized Learning Plan, attualmente in fase di test.

Di cosa si tratta? È un programma che permette di personalizzare il piano di studi di ogni studente in base a materie, giorni, inclinazioni personali, obiettivi a medio e lungo termine.

Con questo tool gratuito gli insegnanti possono assegnare compiti e distribuire contenuti online, risparmiando tempo in aula e lasciando agli studenti una certa libertà di organizzazione. In attesa che arrivi anche in Europa, vediamo come sfruttare le potenzialità di Facebook in classe.

La creazione di un gruppo Facebook è forse una delle funzioni più utili nella didattica. Con questo spazio dedicato -pubblico o privato- alunni e docenti possono tenere traccia dei compiti assegnati, suggerire temi di attualità, approfondire una lezione con letture consigliate.

I vantaggi sono evidenti anche per le comunicazioni scuola/famiglia: i genitori possono usare il gruppo Facebook di classe per avere a loro disposizione informazioni e avvisi sempre aggiornati e trasparenti.

Inoltre, le distanze tipiche dei rispettivi ruoli vengono abbattute. Lo studente sente l’insegnante più vicino. Non lo immagina dietro una cattedra, ma pronto a parlagli in prima persona. Tutto questo incoraggia il discente a fare domande, ad aprirsi al confronto.

Non è solo il rapporto insegnante/alunno a beneficiare di questa funzione. Un gruppo Facebook avvicina anche gli studenti tra loro. Post dopo post, i compagni di classe scoprono di avere interessi comuni. Passioni che possono portarli a intrecciare legami costruttivi che si trasformano in progetti. Idee che potrebbero dare una svolta positiva alle loro vite. Magari mostrare loro “Cosa vogliono fare da grandi”.

La parola magica è sempre la stessa: condivisione. L’intero processo di insegnamento si basa sulla condivisione, l’anima stessa dei social è la condivisione. E allora perché non far coincidere questi due aspetti?

Ti dico di più: con i social network in classe gli studenti possono trovare la spinta motivazionale di cui hanno bisogno per imparare. Si muovono in un ambiente familiare, interattivo e coinvolgente.

Per approfondire: fare blogging in classe? Si può con un blog didattico.

Social network a scuola

 

Twitter nelle scuole: strumento di sintesi

Questa piattaforma può essere molto utile nell’apprendimento scolastico. Ad esempio, twittare i contenuti di una lezione -come se si trattasse di un live tweeting- è un buon modo per fissare i concetti chiave e al tempo stesso raggiungere un certo tipo di pubblico interessato allo stesso argomento.

Alimentando discussioni critiche, gli studenti possono entrare in contatto con esperti nel loro campo di interesse e avere accesso a risorse difficili da raggiungere.

Twitter potrebbe essere utilizzato anche per migliorare l’apprendimento scritto di una lingua straniera, andando oltre i classici esercizi svolti in classe. Una forma di allenamento che permette agli studenti di mettersi in contatto con altre classi sparse nel mondo e condividere esperienze.

Il docente invece può usare il social per pubblicare articoli di supporto per suoi studenti, avviando conversazioni che sviluppano il pensiero critico. Ma non solo. Twitter è un’ottima soluzione per fare rete e mettersi in contatto con altri colleghi. In questo chi educa può trovare nuovi spunti per il lavoro di insegnante 2.0.

Le strade da percorrere per gli addetti ai lavori sono infinite: gli hashtag possono diventare un elemento di trasmissione di conoscenza per i docenti. Come? Basta inventare hashtag da associare alle lezioni e inserirli nei tweet correlati. Gli studenti li useranno per fare domande.

Prima che Twitter togliesse il limite dei 140 caratteri è stato utilizzato anche come strumento per imparare il dono della sintesi. Il case study è tutto italiano.

La maestra Paola, insegnante in una scuola primaria di Roma ha promosso l’uso di Twitter fin dalla prima elementare. I suoi alunni -con il permesso del dirigente scolastico e delle famiglie- hanno imparato a isolare il la parola chiave di un argomento nell’hashtag e nei successivi 140 caratteri a sintetizzarne il contenuto. L’insegnate è riuscita a riscrivere insieme ai suoi allievi alcune fiabe in soli 5 tweet. Per saperne di più dai un’occhiata a questa intervista.

Per approfondire: le scuole devono investire nel web marketing.

Social network a scuola: cosa ne pensi?

Questi sono solo alcuni dei modi per usare i due principali social network a scuola. Strumenti che, se usati nel modo corretto e sicuro, possono favorire l’educazione e la formazione delle generazioni future.

L’educazione può aprirsi a nuovi interessanti scenari, ma l’aggiornamento dei docenti è un passo necessario. Tu cosa ne pensi? Lascia la tua opinione nei commenti e discutiamone insieme.